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TORINO, 4 novembre - Continua la "pareggite" europea della Juventus: quarta gara e quarto pareggio consecutivo per la squadra di Del Neri che, in piena emergenza infortuni, non va oltre lo 0-0 contro gli austriaci del Salisburgo e resta dietro Manchester City e Lech Poznan nel Gruppo A di Europa League. Difficile chiedere di più ai bianconeri stasera, costretti a schierare per l'esordio assoluto in campo europeo addirittura quattro baby: Giandonato, Liviero, Buechel e Giannetti. E l'infermeria rischia di affollarsi ancora di più, vista l'uscita di Krasic e di Legrottaglie per infortunio nella ripresa. Per la qualificazione ai sedicesimi saranno decisive le ultime due sfide, quella in Polonia in casa del Lech e la gara finale del girone a Torino contro i Citizens di Mancini, sconfitti stasera proprio a Poznan.

 
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Un intermediario d'eccezione si muove dentro le mille pieghe del mercato viola. Sta a Genova e questi, per lui, non sono giorni propriamente agili. Si chiama Antonio, e di cognome fa Cassano. La storia ha inizio nel settembre scorso, e ha come protagonisti il ragazzo di Bari vecchia e Alberto Gilardino.

La trama è presto detta. La Juventus ha tra i suoi obiettivi un passaggio di consegne destinato a segnare un'epoca: sostituire Alessandro Del Piero. L'idea è immediata, parcheggiata da tempo nella testa dei dirigenti juventini, Agnelli in testa. Consegnare quella maglia ad Antonio Cassano.

E cosa c'entra la Fiorentina? Domanda legittima, ma che ha una risposta. Il barese, eccitato dall'idea di passare alla Juve decide di prendere in mano la situazione. Con lui, però, vuole una spalla d'eccezione. Difficile portarsi dietro Pazzini, più facile puntare su Gilardino. Da lì al "bombardamento" mentale il passo è breve, e si compie veloce.

Ad ogni ritrovo azzurro la cantilena parte decisa: "Alberto, vieni con me alla Juve, ci porta Beppe...". Marotta? No, e qua sta l'intrigo. Beppe è Bozzo, avvocato di successo, procuratore e da sempre molto vicino alle vicende di casa Juve. Detto, fatto. Sarà un caso, ma nel giro di un mese e mezzo Alberto Gilardino molla secco il gruppo Bonetto (Marcello e Beppe, i due fratelli, l'hanno presa malissimo) e si avvicina a Bozzo.

Il cambio di procura viene smentito immediatamente, ma è un passaggio obbligato dalle leggi. Dall'addio ad un procuratore alla firma con un altro, burocrazia vuole che passi almeno un mese. Questione di tempo, quindi, ma sul fatto che il bomber di Biella abbia deciso di affidare la sua procura a Beppe Bozzo i dubbi stanno praticamente a zero.

Lo porterà alla Juventus? Sarà la nuova spalla di Antonio Cassano? Presto per dirlo, ma i capitoli già scritti, in questa storia, portano in questa direzione. Poi si sa, nel mercato tutto è possibile. Anche che questa coppia da sogno si vesta di viola, e non di bianconero.


 
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E' piena emergenza in casa Juventus per la partita di Europa League, girone A, in programma quest'oggi contro il Salisburgo. Mister Delneri deve infatti rinunciare a ben 12 elementi: Buffon, Traore, Rinaudo, Lanzafame, Grygera, Iaquinta, Manninger, Chiellini, Melo, Martinez, Quagliarella, Aquilani. Pepe giocherà da terzino mentre a centrocampo debutterà il Primavera Giondonato. In attacco Del Piero affiancherà Amauri. Nel Salisburgo dovrebbe essere confermato l'undici che ha pareggiato all'andata. Dirigerà l'incontro lo svedese Stalhammar.

JUVENTUS (4-4-2) Storari, Motta, Bonucci, Legrottaglie, Pepe, Krasic, Sissoko, Giandonato, Marchisio, Del Piero, Amauri. All: Delneri
A disposizione: Costantino, De Paola, Liviero, Buchel, Boniperti, Giannetti, Libertazzi


SALISBURGO (4-1-4-1): Tremmel; Schwegler, Sekagya, Afolabi, Hinteregger; Schiemer, Zarate, Mendes, Leitgeb, Svento; Wallner. All: Stevens
A disposizione: Walke, Dudic, Augustinussen, Pokrivac, Hierländer, Boghossian, Jantsche


Arbitro: Daniel Stalhammar (Svezia)


 
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TORINO, 4 novembre - Gli elogi di Silvio Berlusconi sono un motivo d'orgoglio («Gli ho detto di finire la carriera al Milan») ma Alessandro Del Piero pensa solo alla Juventus. «Il presidente è un intenditore, un appassionato di calcio e non è la prima volta che si complimenta con Alessandro - spiega a Calciomercato.it Stefano Del Piero, fratello-agente del capitano bianconero - anche in altre occasioni ci sono pervenuti complimenti suoi e di altri dirigenti del Milan. Le sue parole hanno fatto quindi piacere. Però Alessandro pensa esclusivamente alla sua squadra e a proseguire nel migliore dei modi questa stagione».

 
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TORINO, 4 novembre - La dedica sarà la parte più facile: con Mirjana e Mila in tribuna, Krasic sa già in che direzione correre se dovesere fare gol. E assicura, chi gli è stato vicino in questi giorni, che è molto alta la possibilità che il serbo sia decisivo, con una rete o con uno dei suoi assist. E non solo per la presenza in tribuna della moglie e della figlia di poco più di un mese, ma anche per la rabbia accumulata in questi giorni e pronta a essere sacricata sul campo.

LO PSICOLOGO - «È arrabbiato come una bestia», il concetto senza giri di parole. Lo spiegano anche alla Juventus, dove Beppe Marotta si è trasfornato come spesso gli accade in psicologo, per stare vicino a Milos dopo il caso della simulazione e la conseguente squalifica. «L’ho visto parecchio giù a Bologna. Era disperato, perché aveva paura di aver creato un problema alla squadra». E pure i giorni successivi sono stati difficili, tra la «violenza mediatica» denunciata da Andrea Agnelli e il ricorso alla Corte di Giustizia Federale, davanti alla quale Krasic è andato a difendersi, non senza qualche disagio: «Mi hanno fatto sentire un criminale. Pareva che fossi stato accusato di omicidio», ha detto amareggiato.

LA FRUSTRAZIONE - Ma proprio quel venerdì mattina passato a Roma ha rappresentato la svolta nell’umore di Krasic che ha trasformato la frustrazione per la squalifica in rabbia e rovesciato la sua smania di giocare sulla partita di Europa League, l’occasione per interrompere il digiuno impostogli dalla prova tv. E allora la concentrazione si è impennata, gli allenamenti sono aumentati d’intensità e il Salisburgo è diventato, suo malgrado, l’obiettivo della rabbia agonistica di Milos.

LA GABBIA - Tra l’altro, quelli del Salisburgo, già lo temono dopo essere stati asfaltati nella gara di andata, quando Krasic era partito in panchina per riposare, ma con la Juve imbambolata e sotto di un gol, aveva avuto il compito di svegliare i compagni e tramortire gli avversari. Un gol dopo un minuto e mezzo, il raddoppio sfiorato in un altro paio di occasioni, la fascia destra riconquistata in modo perentorio. Stavolta gli austriaci hanno diffuso la sua foto segnaletica a difensori e centrocampisti, mentre il tecnico del Salisburgo, l’olandese Huub Stevens, ha studiato una gabbia per evitare che il serbo faccia troppi danni.

LA RICHIESTA - Del Neri da parte sua vuole evitare la più classica delle trappole in cui si rischia di cadere in questi casi: la voglia di strafare. Tant’è che negli ultimi giorni lo ha catechizzato, gli ha spiegato cosa si aspetta da lui e più dei gol, gli ha chiesto assist per Amauri che deve usicre dalla sua personale crisi e potrebbe giovarsi del trattamento Milos, fatto di cross millimetrici e irresistibili inviti sotto porta. E intanto, in conferenza, il tecnico ha accarezzato Krasic: «Ha pagato il dazio della sua ancora scarsa conoscenza del mondo del calcio italiano. Sarà carico, come d’altronde lo è sempre. Spero che si dimostri l’arma in più come ha fatto a Salisburgo».

IL GEMELLO - Tra i messaggi e le telefonate più gradite, Milos ha ricevuto quella di Jovanovic, il suo "fratello di calcio" che gioca nel Liverpool e stasera giocherà contro il Napoli. Sogna un gol per farsi notare in Italia, dove gli piacerebbe da morire giocare. «Un gol mio e uno di Milos: sarebbe bellissimo: i gemelli d’Europa!». A 1500 chilometri di distanza batte un unico cuore serbo.

IL MOTORE - Una motivo in più per Krasic, che contro il Cesena, domenica pomeriggio, sconterà la seconda giornata di squalifica e tornerà a disposizione in campionato per il turno infrasettimanale di mercoledì 9 a Brescia, fra meno di sette giorni: non c’è molto da aspettare, meglio iniziare a scaldare il motore questa sera.


 
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TORINO, 3 novembre - E' emergenza totale in casa Juve. Per la sfida contro l'Europa League i giocatori della prima squadra a disposizione di Del Neri si contanto sulle dita di una mano. Il resto sarà Primavera. Eppure, da questa situazione alquanto delicata, emerge anche un aspetto positivo. Sembra infatti che al fianco di capitan Del Piero nella sfida di domani contro il Salisburgo troverà posto da titolare Filippo Boniperti, nipote del grande Giampiero. Sarebbe davvero una coincidenza curiosa, capitata proprio nella stagione che ha visto il record di gol juventini passare di mano, da Boniperti senior a capitan Alex. Filippo, del resto, è una promessa della Primavera e una colonna dell'under 19.

 
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TORINO, 3 novembre - Cambiano le ge rarchie del mercato juventi no. Nelle ultime ore la lista di Giuseppe Marotta e Fabio Paratici ha subito alcune modifiche importanti. Ades so è Andreas Beck, terzino tedesco dell’Hoffenheim e della Nazionale, il principale obiettivo per rinforzare la fa scia destra a gennaio. La svolta non è casuale. Beck è nel mirino degli osservatori juventini da diversi anni, da quando giocava ancora nello Stoccarda. Le relazioni più recenti degli 007 (il tedesco è uno dei principali artefici del terzo posto in Bundesliga del club) hanno soddisfatto il gruppo di mercato juventino. Il tedesco convince per età (23 anni), esperienza (91 pre senze nel campionato tede sco, 7 con la Germania), ma soprattutto per qualità tecni che- tattiche. Beck è un late rale destro che sa accompa gnare la fase offensiva, ma prima di tutto è un difensore. Il profilo del capitano del l’Hoffenheim coincide con quello tracciato da Luigi Del Neri, alla ricerca di una scor ta per Milos Krasic, rivelato si più devastante ma anche più offensivo del previsto. Li mitare le incursioni del serbo sarebbe un mezzo suicidio, dunque meglio ricercare l’e quilibrio con altre formule. Come ripetono nelle stanze del centro tecnico di Cover ciano, uno dei salotti preferi ti dall’allenatore di Aquileia, ogni allenatore deve raggiun gere 100, ma per riuscirci può seguire strade diverse: 50 più 50, 70 più 30... 

TRATTATIVE - A far quadra re i numeri più che Del Neri dovrà essere Marotta. Il dg bianconero è uomo di strate­gie spesso illuminate, l’ulti ma in ordine di tempo quella che ha portato Aquilani in prestito dal Liverpool. L’Hof­fenheim valuta Beck una de cina di milioni. Marotta, però, può contare su un alleato im portante, il contratto del gio catore. Già, tra un anno e mezzo (giugno 2012) il terzi no di Ralf Rangnick va a sca denza. I dirigenti tedeschi, in somma, non hanno i mezzi per tirare troppo la corda. Anzi, il mercato di gennaio potrebbe essere una delle ul time occasioni per monetiz zare la cessione del cartelli no. Insomma, secondo i ben informati l’Hoffenheim alla fine potrebbe accontentarsi di una cifra inferiore, intorno agli 8 milioni. 

FASCIA BIONDA - Marotta e Paratici sono pronti a entra re in azione per regalare al tecnico un rinforzo importan­te tatticamente e indispensa bile numericamente alla lu ce degli ultimi infortuni (al momento sono fuori uso Gry­gera, Traoré e De Ceglie: l’aostano ne avrà per almeno 3 mesi). I tifosi, invece sono pronti a sognare una fascia tutta bionda, con Beck a co prire le spalle di Krasic. 

ALTERNATIVE - Il sorpasso di Beck nelle preferenze del gruppo di lavoro juventino non pregiudica la altre piste, che continueranno a essere monitorate fino a gennaio (senza dimenticare Ivanovic del Chelsea, principale obiet tivo per giugno). La politica in corso Galileo Ferraris re sta la stessa di quest’estate: porte aperte fino all’ultimo istante, quello della scelta de finitiva. Proprio per questo motivo non si è per nulla at tenuato l’interesse per Cesa re Bovo. Il palermitano - an che lui cresciuto nelle giova nili della Roma con Aquilani e Pepe - è un difensore cen trale, ma in carriera si è di simpegnato anche sulla de stra. Riadattarsi non sareb be un problema. Cristian Zaccardo - altro nome caldo della lista - a destra invece gioca con costanza da un paio di anni. Con Guidolin, sia a Parma sia a Palermo, è stato impiegato pure come marca tore di destra nella difesa a tre. L’abilità in zona gol (que st’anno sono già 2) non deve ingannare: Zaccardo è bravo a sfruttare le palle inattive, ma nel dna è difensore. Le difficoltà del Parma - ultimo in classifica con 8 punti insie me a Cesena, Bologna e Bari - non facilitano una eventua le trattativa. Marotta, nel ca so, è pronto sfruttare una chiave importante, quella di Giovinco, che in Emilia è so lo in prestito.


 
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VINOVO, 3 novembre - Contrordine. Fabio Grosso e Hasan Salihamid zic tornano a disposizione del tecnico Luigi Del Neri a parti re dalla sfida contro il Cesena, non potendo essere schierati in Europa perché non inseriti nella lista Uefa. La decisione, presa dai vertici societari, è ar rivata nel pomeriggio di ieri, dopo che in mattinata i due giocatori avevano disputato per la prima volta la partitella insieme con il resto della squa dra. 

LINEA MENO DURA - Un reintegro dettato dalla dram matica emergenza infortuni, soprattutto in difesa dove sono finiti in infermeria tre dei quattro esterni di ruolo (l’uni co “sano” è rimasto Marco Motta), tanto che domani sera contro il Salisburgo tocca a Si mone Pepe arretrare sulla fa scia. E proprio l’urgenza del momento ha condizionato il cambiamento di linea da par te del club.
 
SOLO AMICHEVOLI - In estate, Beppe Marotta, in ac cordo con il presidente Andrea Agnelli, era stato intransigen te sulla posizione dei due bian coneri: Grosso e Salihamidzic erano fuori dal progetto e dun que sollecitati a trovarsi una squadra, come è accaduto per David Trezeguet, Mauro Ca moranesi, Diego e Jonathan Zebina. Anzi, a differenza del bomber, dell’esterno e del fan tasista, i due non hanno mai disputato una gara ufficiale, neppure nei preliminari di Eu ropa League. Soltanto Grosso -Salihamidzic era bloccato in infermeria da una tendinite era stato utilizzato nelle prime amichevoli a Pinzolo e nella trasferta di Lubecca contro l’Amburgo, ma dalla sfida con il Lione in poi anche per lui si sono chiuse le porte.
 
OFFERTA MILAN - Fino al 31 agosto la Juventus aveva spe rato - invano - che i due bian coneri trovassero spazio altro ve. Per Grosso era addirittura arrivata un’offerta allettante, il prestito al Milan nell’ambito dello scambio con Kaladze, ma il difensore aveva rifiutato il trasferimento per questioni familiari: dopo una stagione a Torino e con ancora due anni di contratto non voleva sposta re un’altra volta moglie e figli, a costo anche di finire ai mar gini della squadra, come del re sto è avvenuto. Stesso discorso per Salihamidzic, che ha detto no a tutte le proposte, dall’Ein tracht Francoforte al Paok Sa lonicco, ed è rimasto a Torino. 

CON IL GRUPPO - In un pri mo tempo, i due bianconeri si sono anche allenati a parte, svolgendo i loro esercizi in un campo diverso o in un altro momento della giornata ri spetto alla squadra. Poi, dal 9 settembre, Del Neri li ha sdo ganati inserendoli con il grup po almeno nella parte fisica, fa cendogli saltare la tattica e le partitelle. L’esclusione non ha comunque condizionato i rap porti con i compagni o l’atteg giamento: entrambi si sono im­pegnati nella routine quotidia na anche se è stato sicuramen te un peso dover rinunciare al la partita. Adesso toccherà a lo ro dimostrare di essere all’altezza del gruppo anche co me atteggiamento mentale. 

RITORNO TEMPORANEO - Sono attesi dunque domenica contro il Cesena, magari non da titolari dal momento che possono reggere circa un’ora di gioco. Per arrivare a ciò, però, la società ha dovuto superare le resistente di una parte dei dirigenti, non disposta alla ria bilitazione perché avrebbe si gnificato dare loro troppo im­portanza. Comunque, il loro reintegro viene considerato soltanto temporaneo, in attesa della riapertura del mercato e della guarigione dei tanti infortunati.


 
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VINOVO, 3 novembre - Juventus compat ta, umile, determinata e... pronta al sacrificio. Dalla “a” di Amauri fino alla “s” di Storari, senza nessuna esclusione, l’allenatore ha forgiato un gruppo disposto a tutto per la causa comune. L’io nello spogliatoio è stato abolito, nessuno è indispen sabile, ma tutti sono utili per raggiungere il traguardo, sia esso lo scudetto, la coppa Ita lia o l’Europa League, pur ché si torni a vincere. 

LA SVOLTA - E se la svolta della Juventus è partita dal centrocampo, dove ancora non esiste un vero e proprio regista di ruolo ma quattro centrali con caratteristiche diverse che ben si coniugano tra loro, a maggior ragione va sottolineata la sterzata di Claudio Marchisio. Con grande spirito di abnegazio ne e maturità, l’azzurro si è adeguato spostandosi a sini stra: vabbé che è già esterno in nazionale, ma un’altra co sa è giocare in un centro campo a tre come con l’Italia piuttosto che con una linea di quattro uomini come in maglia bianconera. Eppure, pur non amando la nuova posizione, Marchisio si è ca lato nel ruolo con grande im pegno pur di soddisfare le esigenze tattiche di Luigi Del Neri. Il tecnico ha infat ti voluto schierare un gioca tore di maggiore conteni mento su quella fascia come contraltare alla spinta pro pulsiva di Milos Krasic su quella destra. «Non è che stia facendo proprio l’ala - ha confermato il giocatore - per ché Del Neri mi chiede di spostarmi al centro quando Aquilanio Felipe Melo si in seriscono. Comunque proble mi non ce ne sono perché sto bene fisicamente e in questi casi tutto diventa più sem plice». 

OTTIMISTA - E anche sul versante del contratto, Clau dio ha cambiato parere pas sando dal pessimismo co­smico enunciato a fine ago sto su Facebook («Anche ieri nessuna novità sul rinnovo; onestamente dopo due mesi inizio a essere pessimista»), quando aveva fatto infuriare la società, alla visione rosea di una settimana fa a Stresa. «A fine agosto sia il sottoscritto, sia la società, aveva no parlato un po’ troppo del la questione. Comunque la mia intenzione è chiara, vo glio legarmi a vita alla Juve. E non c’è fretta, anche per ché adesso sono senza procu ratore». 

ARRETRATO - Sicuramente ha suscitato più scalpore la trasformazione di Simone Pepe, l’esterno di centro­campo che sabato a San Siro si è ritrovato terzino. «Io ho sempre detto che se c’è biso gno, il mister può contare su di me - dice ai microfoni di Juve Channel -. Penso che con sacrificio e buona vo lontà ci si possa adattare a tutti i ruoli, tranne che in porta, sarei troppo basso. Sa bato ce la siamo cavata bene in difesa, abbiamo superato un esame importante». Viva la generosità al servizio del gruppo. 

VITTORIA - Pepe guarda già alla sfida di domani all’O limpico contro il Salisburgo quando, in base alle indica­zioni emerse dalla partitella di ieri mattina a Vinovo, do vrebbe partire titolare come terzino sinistro. Del Neri lo ha infatti provato su quella fascia, al fianco di Bonuccie Legrottaglie (da Chiellini la conferma che nonr ecupera: «Spero di tornare col Cese na »), con Motta sull’altro versante. «Finora abbiamo ottenuto tre pareggi - ha det to l’ex Udinese -. Buono quel lo di Manchester e penaliz zante quello casalingo con tro il Lech Poznan. Abbiamo bisogno di una vittoria per andare avanti in Europa League, una competizione a cui tutti teniamo. Sappiamo di avere tanti infortunati, ma chi scenderà in campo sarà bravo a non far sentire la loro assenza. La vittoria di sabato ci ha dato ancora più sicurezza nei nostri mezzi». Sullo parola scudetto, sdoga nata l’altro ieri, da Del Neri il giocatore invece fa un po’ di resistenza: «Non pronun cio questa parola, a me ora interessano solo le partite con il Salisburgo e con il Ce sena». Viva la sincerità, an che se si va controcorrente.


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