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TORINO, 4 novembre - La dedica sarà la parte più facile: con Mirjana e Mila in tribuna, Krasic sa già in che direzione correre se dovesere fare gol. E assicura, chi gli è stato vicino in questi giorni, che è molto alta la possibilità che il serbo sia decisivo, con una rete o con uno dei suoi assist. E non solo per la presenza in tribuna della moglie e della figlia di poco più di un mese, ma anche per la rabbia accumulata in questi giorni e pronta a essere sacricata sul campo.

LO PSICOLOGO - «È arrabbiato come una bestia», il concetto senza giri di parole. Lo spiegano anche alla Juventus, dove Beppe Marotta si è trasfornato come spesso gli accade in psicologo, per stare vicino a Milos dopo il caso della simulazione e la conseguente squalifica. «L’ho visto parecchio giù a Bologna. Era disperato, perché aveva paura di aver creato un problema alla squadra». E pure i giorni successivi sono stati difficili, tra la «violenza mediatica» denunciata da Andrea Agnelli e il ricorso alla Corte di Giustizia Federale, davanti alla quale Krasic è andato a difendersi, non senza qualche disagio: «Mi hanno fatto sentire un criminale. Pareva che fossi stato accusato di omicidio», ha detto amareggiato.

LA FRUSTRAZIONE - Ma proprio quel venerdì mattina passato a Roma ha rappresentato la svolta nell’umore di Krasic che ha trasformato la frustrazione per la squalifica in rabbia e rovesciato la sua smania di giocare sulla partita di Europa League, l’occasione per interrompere il digiuno impostogli dalla prova tv. E allora la concentrazione si è impennata, gli allenamenti sono aumentati d’intensità e il Salisburgo è diventato, suo malgrado, l’obiettivo della rabbia agonistica di Milos.

LA GABBIA - Tra l’altro, quelli del Salisburgo, già lo temono dopo essere stati asfaltati nella gara di andata, quando Krasic era partito in panchina per riposare, ma con la Juve imbambolata e sotto di un gol, aveva avuto il compito di svegliare i compagni e tramortire gli avversari. Un gol dopo un minuto e mezzo, il raddoppio sfiorato in un altro paio di occasioni, la fascia destra riconquistata in modo perentorio. Stavolta gli austriaci hanno diffuso la sua foto segnaletica a difensori e centrocampisti, mentre il tecnico del Salisburgo, l’olandese Huub Stevens, ha studiato una gabbia per evitare che il serbo faccia troppi danni.

LA RICHIESTA - Del Neri da parte sua vuole evitare la più classica delle trappole in cui si rischia di cadere in questi casi: la voglia di strafare. Tant’è che negli ultimi giorni lo ha catechizzato, gli ha spiegato cosa si aspetta da lui e più dei gol, gli ha chiesto assist per Amauri che deve usicre dalla sua personale crisi e potrebbe giovarsi del trattamento Milos, fatto di cross millimetrici e irresistibili inviti sotto porta. E intanto, in conferenza, il tecnico ha accarezzato Krasic: «Ha pagato il dazio della sua ancora scarsa conoscenza del mondo del calcio italiano. Sarà carico, come d’altronde lo è sempre. Spero che si dimostri l’arma in più come ha fatto a Salisburgo».

IL GEMELLO - Tra i messaggi e le telefonate più gradite, Milos ha ricevuto quella di Jovanovic, il suo "fratello di calcio" che gioca nel Liverpool e stasera giocherà contro il Napoli. Sogna un gol per farsi notare in Italia, dove gli piacerebbe da morire giocare. «Un gol mio e uno di Milos: sarebbe bellissimo: i gemelli d’Europa!». A 1500 chilometri di distanza batte un unico cuore serbo.

IL MOTORE - Una motivo in più per Krasic, che contro il Cesena, domenica pomeriggio, sconterà la seconda giornata di squalifica e tornerà a disposizione in campionato per il turno infrasettimanale di mercoledì 9 a Brescia, fra meno di sette giorni: non c’è molto da aspettare, meglio iniziare a scaldare il motore questa sera.





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