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TORINO, 28 novembre - Una punizione perfetta, calciata con la giusta potenza e imprimendo al pallone una parabola imprendibile: Simone Pepe contro la Fiorentina ha tirato fuori dal cilindro un vero gioiello e ha permesso così alla Juve di pareggiare. Per lui non è però una novità: Simone è uno specialista dei calci piazzati e ogni giorno in allenamento, cerca di affinare le sue qualità, come spiega ai microfoni di Sky Sport 24:«Quando ci sono punizioni laterali, si prova spesso a calciare verso la porta, anche perché può sempre scapparci una deviazione. Contro la Fiorentina ho calciato verso la porta e ho colpito talmente bene che il pallone è andato a infilarsi vicino al secondo palo».

La gioia del gol è durata un attimo, poi il pensiero è andato subito al risultato: «Quando ho visto che il pallone entrava mi sono detto: “sbrighiamoci a esultare e andiamo a vincere la partita”».

La sua punizione a molti ha ricordato una giocata alla Del Piero e il capitano non ha lesinato i complimenti a fine partita: «Fanno sempre piacere anche perché abbiamo un bel rapporto, anche oltre il calcio. In allenamento spesso ci fermiamo a battere le punizioni e allenarti con un campione del genere aiuta molto, non solo per quanto riguarda i calci piazzati».

Dopo il gol Pepe è stato letteralmente sommerso dai compagni e al gruppo festante si è aggiunto anche Storari che ha corso per tutto il campo per abbracciare Simone: «Siamo molto amici, siamo entrambi di Roma, condividiamo la stanza in ritiro, per cui c’è un bel rapporto. Mi ha fatto piacere e anche io ho notato il suo gesto: di solito esulta nella sua area, invece questa volta si è fatto 70 metri per festeggiare con me». 

La magia di sabato sera per Simone ha il sapore del riscatto. Di lui si sono sempre esaltate le qualità agonistiche, tralasciando quelle tecniche: «In questi mesi sono stato descritto come un giocatore solo cuore e grinta. Certo, non ho i piedi eccelsi di Del Piero, ma se sono arrivato alla Juve evidentemente ho anche qualità. Non penso che uno possa giocare in una squadra del genere solo perché corre molto». 

Contro la Fiorentina la Juve è uscita alla distanza, dopo un primo tempo complicato: «Storari ieri ha fatto pochissime parate, mentre Boruc è stato il migliore in campo. Questo dice molto. Nel secondo tempo abbiamo creato di più, anche perché la Fiorentina è andata in vantaggio dopo 4 minuti e poi ha iniziato a difendersi con 10 giocatori, lasciando il solo Gilardino davanti. Quando nella ripresa sono un po’ calati fisicamente siamo usciti fuori riuscendo a creare di più. Scudetto? Non ne parlerei alla 14° giornata, perché è ancora presto. Dobbiamo pensare a vincere le partite e pensare in grande. Dobbiamo continuare a crescere. All’inizio si diceva che eravamo una squadra in costruzione e che non eravamo all’altezza delle favorite. Con il tempo si stanno vedendo i risultati e il lavoro del mister». 

Infine un pensiero all’Europa League e alla sfida di mercoledì contro il Lech Poznan su un campo difficile, con temperature proibitive: «Mi è già capitato di giocarci con l’Udinese proprio in questo periodo. Farà molto freddo e loro sono più abituati, ma dopo 10 minuti il freddo non lo senti più. L’Europa League per noi è un obiettivo importante, anche perché dà a tutti la possibilità di giocare».





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