Picture
LONDRA, 2 novembre - L'Inter scivola a Londra contro il Tottenham di Bale e Crouch e non basta il solito Eto'o per far sognare la rimonta -english style- che gli uomini di Redknapp avevano provato due settimane fa a San Siro. Padroni di casa in vantaggio con Van Der Vaart al 18' in una partita che neanche doveva vederlo protagonista per i problemi fisici della vigilia. Gli uomini di Benitez (alla quarta sconfitta di fila al white Hart Lane dai tempi di Liverpool) non riescono ad impensierire gli avversarsi che, nella ripresa, raddoppiano grazie alla solita galoppata di Bale e al tocco vincente sotto porta dello spilungone Crouch. L'ingresso di Milito sembra portare più vivacità all'attacco nerazzurro ed infatti arriva il gol di Eto'o al 36'. Non basta, perché il velocista gallese inseguito da mezz'Europa serve un altro assist d'oro a Pavlyuchenko che chiude i conti al 45'.
 
IL COMMENTO - «Loro fisicamente erano più forti, li ho visti più veloci, quando perdevamo la palla loro erano pericolosi». Cosi Rafa Benitez commenta, ai microfoni di Sky, il gioco mostrato dal Tottenham, che ha sconfitto per 3-1 la sua Inter. Quanto all'aggressività dell'attacco degli inglesi, e in particolare di Bale, Benitez è del parere che l'Inter avrebbe dovuto «gestire un po' meglio la copertura e l'uno contro uno». Alla domanda sul cambiamento mostrato dai nerazzurri rispetto all'incontro di andata a Milano, il tecnico, evocando in particolare la spinta data dai tifosi agli Spurs, risponde: «È diverso quando si gioca in Inghilterra». Nonostante la sconfitta, Rafa è nel complesso soddisfatto del comportamento dei suoi: In partite del genere - sostiene - «non è facile mantenere l'equilibrio e mantenere la squadra bilanciata. Sono contento di questi giocatori, ma dobbiamo migliorare un po'». Cosa dirà ai suoi nello spogliatoio? «Loro sanno che non abbiamo fatto una bella partita e che dobbiamo lavorare per fare bene la prossima», conclude l'allenatore dell'Inter.

LA STATISTICA - La difesa dell'Inter targata Benitez si trasforma fra campionato e Champions League: tanto è ermetica in campionato quanto concede in Europa. Dopo 9 giornate di serie A mai l'Inter, nell'era dei 3 punti a vittoria (dal 1994/95 ad oggi), aveva subito così pochi gol, soltanto 4. Tutto all'opposto in Champions, dove l'Inter ha subito ben 8 reti in queste prime quattro giornate della fase a gironi. Da quando si gioca la Champions su questa formula, mai ai nerazzurri era accaduto di prendere così tanti gol: il precedente record risaliva al 2002/03, quando la formazione all'epoca allenata da Cuper aveva incassato 7 reti nelle prime 4 giornate (2 dal Rosenborg, 5 - fra andata e ritorno - dal Lione). 


 
Picture
Vittoria per 3-0 a tavolino, tre partite casalinghe a porte chiuse, esclusione con la condizionale per i prossimi due anni della Nazionale di Belgrado dai Campionati Europei, per la Serbia. Due gare a porte chiuse, sempre con la condizionale, per l'Italia. Sono queste le pesantissime richieste alla Disciplinaredell'Uefa avanzate dal procuratore della confederazione europea del calcio, Jean-Samuel Leuba, in merito al match Italia-Serbia sospesa per gravi incidenti a Genova lo scorso 12 ottobre. Le sanzioni con condizionale, nell'ordinamento sportivo, diventano effettive solo nel caso in cui i fatti si ripetano. 
La Uefa, stando ai comunicati ufficiali, deciderà sulle sanzioni da comminare alle due Nazionali nella giornata di venerdì 29 ottobre


 
Picture
Roma, 16 ott - Si rigiochera' la partita tra Italia e Serbia, interrotta martedi' scorso a Genova per i disordini creati dai tifosi slavi. Ma a scendere in campo saranno i bambini. L'obiettivo e' proprio quello di ''cancellare lo squallido spettacolo di violenza fornito a Marassi dagli ultras serbi''. E' quanto ha assicurato con una lettera inviata ieri al presidente del Centro Sportivo Italiano, Massimo Achini, promotore dell'iniziativa, l'ambasciatrice di Serbia in Italia, Sanda Raskovic-Ivic. ''La Sua proposta - e' scritto nella lettera - e' stata una prova importante che l'amicizia tra i serbi e gli italiani non si e' incrinata. Purtroppo, poiche' sono rientrata da Belgrado soltanto oggi, non ho avuto il tempo sufficiente per organizzare la squadra dei ragazzi serbi. Comunque, il Ministero serbo dello sport e della gioventu', il quale e' stato informato della Sua iniziativa, e' molto entusiasta riguardo all'idea di organizzare una partita di calcio tra i giovani calciatori serbi e italiani''. L'intenzione del CSI e dei rappresentanti serbi e' di fare svolgere la partita proprio a Marassi, appena possibile, come anticipo di una partita di serie A. ''Lo sport e' un'altra cosa rispetto a quanto abbiamo visto a Genova, e intendiamo dimostrarlo'' ha detto il presidente del CSI nel motivare la sua proposta. Una posizione sulla quale concorda in pieno l'ambasciatrice serba: ''Sono sicura che i bambini possano mostrare a noi adulti come si evitano l'odio e l'aggressione e come si aderisce solo ai valori dello spirito sportivo''.

 
Picture
GENOVA, 13 ottobre 2010 - Lui si chiama Ivan. Lo dice un agente, quando alle 3 della notte tra il 12 e il 13 ottobre il ricercato numero uno degli ultrà serbi a Marassi viene immortalato dai fotografi dopo essere stato arrestato da pochi minuti. Lui l’avete visto con un passamontagna appollaiato sopra la rete del settore ospiti prima di Italia-Serbia. Aveva tagliato la rete, e, da lassù, fisico enorme e tatuaggi ostentati in bella vista, lanciava bengala in campo e in curva nord. Proprio i tatuaggi sono stati il suo tallone d’Achille.

CACCIA ALL’UOMO — Sì perchè gli agenti lo hanno cercato per tutta la notte, dopo che i disordini degli ultrà serbi dal campo si sono estesi agli spalti al piazzale antistante lo stadio, quello dove avevano i pullman, nel dopopartita. Un cancello forzato dai tifosi, gli scontri con le forze dell’ordine, che poi hanno ricevuto rinforzi e caricato in forze, costringendo tutti a risalire sui pullman. Anche Ivan, l’"uomo nero", il capo ultrà, l’uomo dei tatuaggi. Un 28, il simbolo della Stella Rossa, addirittura una bomba a mano. E allora, via alle ricerche. Estenuante, interminabili. La forze dell’ordine hanno fatto scendere uno ad uno tutti i passeggeri. Poi hanno fatto sfilare la maglietta a tutti i tifosi, per riconoscere i tatuaggi immortalati dalle telecamere. Niente. E così i pullman hanno cominciato a ripartire, via da Marassi e da una nottata che hanno trasformato in incubo per tifosi e squadre. Senza di lui. Perchè doveva essere ancora lì, da qualche parte


Ecco il video 


 
Picture
ROMA - Nel quartier generale dell'Uefa, a Nyon, due passi da Ginevra, Michel Platini è arrivato di prima mattina: era reduce da un viaggio in Lussemburgo e poi in Olanda, dove martedì sera è stato avvertito subito dall'Italia di quello che stava accadendo a Genova. Il n.1 del calcio europeo ha presieduto una riunione col suo staff, appena ricevuti i referti di arbitri e delegato Uefa ed ha subito aperto un'inchiesta sui fatti di Genova (il caso verrà esaminato il prossimo 28 ottobre e l' Uefa ha chiesto alla Figc l'acquisizione di immagini video della serata del Luigi Ferraris, da aggiungere ai referti di arbitro e delegato per la gara con i serbi). 
Molto male il delegato Uefa, di nazionalità georgiana: "Temevo Heysel". Meglio l'arbitro, che ha avuto il coraggio di sospendere la partita. Adesso, le sanzioni. Per la Serbia sconfitta a tavolino, 0-3, e (probabili) tre turni di squalifica al campo, da scontare all'estero e a porte chiuse (non facile però trovare una sede). La nazionale di Stankovic non giocherà più in casa in queste qualificazioni: ma non ci sarà l'espulsione dall'Europeo 2012. Per motivi politici. Quando l'Inghilterra fu cacciata dai campi di calcio, ci fu un accordo fra l'Uefa, appunto, e il governo inglese di Margareth Tatcher. Ora non è possibile che ci sia una decisione del genere fra Uefa e governo di Belgrado, non ci sono rapporti così stretti: tra l'altro il prossimo anno Platini si ricandida alla presidenza del massimo organismo europeo e cacciare la Serbia sarebbe una decisione troppo pesante.

Ma a Nyon sono infuriati anche con la Federazione italiana, che aveva chiesto gli Europei 2016 (poi, come noto, andati alla Francia) e non è stata in grado di organizzare una partita con 500 ultras "annunciati" da Belgrado. "Oltre alla responsabilità di chi provoca incidenti, i regolamenti Uefa prevedono anche quella della Federazione che organizza la partita e che deve garantire la sicurezza nello stadio e il regolare svolgimento dell'incontro" è la posizione ufficiale dell'Uefa. "Non possiamo dire ancora nulla in previsione dell'inchiesta che sarà portata avanti dalla Commissione disciplinare - ha aggiunto il portavoce dell'Uefa - ma ricordo che i nostri regolamenti prevedono non soltanto una sanzione per azioni premeditate da parte di una delle due tifoserie ma anche una corresponsabiltà della federazione ospitante per non aver adeguatamente garantito l'ordine pubblico. L'Uefa per stabilire l'esatta attribuzione delle responsabilità prenderà ora in esame tutta una serie di elementi fra i quali anche l'eventuale scambio di informazioni tra le federazioni su eventuali azioni delle tifoserie".

Disastrosa la questura di Genova nella gestione della prevenzione: incidenti nel pomeriggio, poi le "trigri di Arkan" che sono entrate a Marassi con coltelli, bombe carta, tronchesine, eccetera. Di tutto è stato fatto passare. Dove erano finiti filtraggi e prefiltraggi? Come è possibile una simile disorganizzazione? Che ha da dire il questore di Genova? La Figc ne pagherà ora le conseguenze: una forte ammenda, al massimo un turno a porte chiuse. Tra l'altro, Platini e Abete sono in rapporti molto freddi dopo la candidatura italiana agli Europei.


 
Picture
GENOVA, 12 ottobre - Italia-Serbia, gara valida per le qualificazioni a Euro 2012 in programma al 'luigi Ferraris' di Genova, è iniziata con oltre mezz'ora di ritardo, ed è durata solo sei minuti. Protagonisti assoluti, infatti, sono stati gli ultras serbi che già nel pomeriggio avevano affrontato le forze dell'ordine e, una volta allo stadio, hanno dato il via al lancio di petardi e fumogeni in campo. Il match è stato inizialmente rinviato, mentre la polizia è entrata in campo per tentare di sedare gli animi dei tifosi serbi che, nel frattempo, avevano anche tagliato la rete di protezione del settore in cui erano collocati danneggiando anche i vetri di separazione. 

SOSPENSIONE - Sono intervenuti anche Stankovic e gli altri giocatori della Serbia, che si sono recati sotto al settore dei loro supporter e, dopo più di trenta minuti l'arbitro scozzese Thompson ha deciso di dare il via alla partita. Pochi minuti, giusto il tempo per un brutto fallo su Pirlo e un sospetto fallo da rigore su Pazzini, e poi il fischietto britannico è stato costretto a interrompere l'incontro per l'ennesimo lancio di fumogeni in campo. Questa volta, dopo una riunione tra il direttore di gara, il delegato Uefa e i rappresentanti delle due federazioni, si è giunti alla decisione di sospendere definitivamente il match. La Serbia rischia ora la sconfitta a tavolino. Nel girone dell'Italia, intanto, nel pomeriggio le Isole Far Oer hanno pareggiato 1-1 contro l'Irlanda del Nord. 

PRANDELLI - «Non si gioca, mai vista una roba del genere». Lo ha detto Cesare Prandelli, sconsolatissimo, nello spogliatoio del Luigi Ferraris, dove è ancora in corso la riunione del delegato Uefa che sancisca definitivamente l'annullamento di Italia-Serbia. «Non si sa nulla» ha detto Prandelli allargando le braccia, esprimendo tutto il suo disgusto per quel che è successo.


 
Picture
.BELFAST (Irlanda del Nord), 8 ottobre 2010 - Ci siamo. L’Italia di Prandelli è al Windsor Park, nella tana dell’Irlanda del Nord: dalle 20.45 italiane si gioca una partita chiave in prospettiva Euro 2012. Aspettando una genialata di Cassano per garantirci altri tre punti importanti. Perché Prandelli è già partito col piede giusto vincendo in settembre le prime due gare del girone.
ATMOSFERA — Lo stadio è ancora semivuoto. Ma, come nella miglior tradizione britannica, si riempirà all’ultimo momento. Tutto esaurito scontato, 14.000 persone, per uno stadio storico, suggestivo, ma mignon. Il pubblico di casa si farà sentire. Perlomeno la banda Prandelli non ha l’incognita tempo: fa fresco, ma non freddo come si temeva, e non piove. Le squadre hanno testato il terreno di gioco (perfetto), fino a pochi minuti prima del fischio d’inizio: riscaldamento in campo, ci mancherebbe, anche perchè di palestra sottocoperta non si parla proprio.

PRECEDENTI — Sono sette i precedenti, una sola sconfitta azzurra, ma pesante, storica per i padroni di casa: quella del 15 gennaio 1958 al Windsor Park. Finì 2-1, l’Italia si giocò il Mondiale di Svezia. In casa invece gli azzurri hanno vinto 5 volte, compreso il 3-0 nel giugno 2009 a Pisa (a segno Giuseppe Rossi) amichevole pre Confederations League con Lippi in panchina. L’Irlanda del Nord però punta forte su quel precedente favorevole: al Windsor Park in tribuna siedono 5 ospiti d’onore reduci da successo 1958: Gregg, Uprichard, McParland, Bingham e McIlroy.

BELFAST, CASA BEST — Belfast è la città di George Best. Tra la sua vecchia casa e il cimitero di Roselawn, dove è seppellito l’ex fenomeno del Manchester United abbiamo incrociato italiani in pellegrinaggio. Bello anche il murales che lo onora.

AVVERSARI — Il c.t. irlandese Worthington non crede ad un’Italia in fase di transizione e rilancia l’attaccante Healy, il più prolifico della storia della sua nazionale, pur recentemente confinato tra le riserve del Sunderland. "E’ sempre lui, ha detto". Italia avvisata.


 
Picture
Udinese 1-0 Cesena
Parma 0-1 Milan
Lecce 1-0 Catania
Bologna 1-1 Sampdoria
Chievo 0-0 Cagliari
Fiorentina 1-2 Palermo
Genoa 2-1 Bari
Lazio 1-0 Brescia
Napoli 2-0 Roma
Inter 0-0 Juventus

 
Image and video hosting by TinyPic

Buona serata, tutto sommato, per le italiane in Europa League. La Sampdoria batte il Debrecen per 1 a 0, come il Palermo che, in casa, supera il Losanna.
La Juventus, dopo essere stata in vantaggio, torna con un buon punto da Manchester, dove ha impattato 1 a 1 con il City di Roberto Mancini e il Napoli fa un miracolo a Bucarest contro lo Steaua recuperando uno svantaggio di 3 gol alla fine dei primi 45 minuti.
 
 
Buona prova della Juve a Manchester

A cinque minuti dalla fine della partita resiste il pari dei bianconeri sul campo del Manchester City, mentre da solo 10 minuti il a Palermo, grazie a un gol di Migliaccio, è passato in vantaggio su un Losanna più resistente del previsto.
La Sampdoria, intanto, nel match delle 19 ha conquistato i tre punti in palio contro il Debrecen, mentre il Napoli si è salvato miracolosamente in Romania, raggiungendo contro lo Steaua Bucarest, al 97° minuto, il 3 a 3, contro lo Steaua Bucarest, che aveva chiuso il primo tempo sul 3 a 0.
 
 
La Juve in vantaggio al 10° minuto

Juventus inaspettatamente in vantaggio, al 10° minuto, a Manchester. Ha segnato Iaquinta, schierato da Del Neri in attacco assieme a Del Piero.
Assist di Claudio Marchisio e gran tiro da fuori area di Iaquinta. Ancora 0 a 0, invece, tra Palermo e Losanna.
E, al 35° del primo tempo, il risultato su entrambi i campi è immutato.
Ma, al 37°, la squadra di Mancini riesce a ritrovare il pareggio, grazie a Adam Johnson: 1 a 1 a Manchester. E il primo tempo finisce sull'1 a 1 a Manchester e sullo 0 a 0 a Palermo.
Anche il primo quarto d'ora del secondo tempo passa senza novità nei due risultati.
Ma all'80° il Palermo riesce a sbloccare la partita, grazie a un gol di Migliaccio: Palermo 1 - Losanna 0. 
 

Dalle 21 in campo Juventus e Palermo

Alle 21 tocca ad altre due italiane. I bianconeri sono impegnati a Manchester contro il City di Mancini, mentre il Palermo gioca in casa contro il Losanna, che lo affianca nel girone con zero punti conquistati finora.
Nel girone della squadra di Delio Rossi, l'altra partita è gia finita e il Cska Mosca ha liquidato lo Sparta Praga per 3 a 0.
 
 

Otto minuti per la felicità del Napoli

Otto minuti di recupero, otto minuto - dopo il 90° - di assedio alla porta dello Steaua Budapest e, solo all'ultimo secondo, il Napoli riesce a tornare imbattuto dalla Romania.
Finisce 3 a 3, un risultato incredibile per lo Steaua Bucarest, che aveva chiuso il primo tempo sul 3 a 0.
Il gol insperato è di Cavani che, al centro dell'area, manda sotto la traversa il pallone che gli arrivava, dopo l'ennesimo calcio d'angolo, da Sosa. 
Basta invece iun solo gol, di Pazzini, sun rigore per conquistare i 3 punti e liberarsi del Debrecen.
 
    online counter
    LoveMyProfile.com - Profile Counters

    Autore

    Manuelinho

    Archives

    Dicembre 2010
    Novembre 2010
    Ottobre 2010
    Settembre 2010