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GENOVA, 12 ottobre - Italia-Serbia, gara valida per le qualificazioni a Euro 2012 in programma al 'luigi Ferraris' di Genova, è iniziata con oltre mezz'ora di ritardo, ed è durata solo sei minuti. Protagonisti assoluti, infatti, sono stati gli ultras serbi che già nel pomeriggio avevano affrontato le forze dell'ordine e, una volta allo stadio, hanno dato il via al lancio di petardi e fumogeni in campo. Il match è stato inizialmente rinviato, mentre la polizia è entrata in campo per tentare di sedare gli animi dei tifosi serbi che, nel frattempo, avevano anche tagliato la rete di protezione del settore in cui erano collocati danneggiando anche i vetri di separazione. 

SOSPENSIONE - Sono intervenuti anche Stankovic e gli altri giocatori della Serbia, che si sono recati sotto al settore dei loro supporter e, dopo più di trenta minuti l'arbitro scozzese Thompson ha deciso di dare il via alla partita. Pochi minuti, giusto il tempo per un brutto fallo su Pirlo e un sospetto fallo da rigore su Pazzini, e poi il fischietto britannico è stato costretto a interrompere l'incontro per l'ennesimo lancio di fumogeni in campo. Questa volta, dopo una riunione tra il direttore di gara, il delegato Uefa e i rappresentanti delle due federazioni, si è giunti alla decisione di sospendere definitivamente il match. La Serbia rischia ora la sconfitta a tavolino. Nel girone dell'Italia, intanto, nel pomeriggio le Isole Far Oer hanno pareggiato 1-1 contro l'Irlanda del Nord. 

PRANDELLI - «Non si gioca, mai vista una roba del genere». Lo ha detto Cesare Prandelli, sconsolatissimo, nello spogliatoio del Luigi Ferraris, dove è ancora in corso la riunione del delegato Uefa che sancisca definitivamente l'annullamento di Italia-Serbia. «Non si sa nulla» ha detto Prandelli allargando le braccia, esprimendo tutto il suo disgusto per quel che è successo.





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    Manuelinho

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