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TORINO, 14 novembre - Tra delusione (in classifica) e consapevolezza (sul campo). Il giorno dopo Juventus-Roma, in casa bianconera si respira questa aria. Simone Pepe, il migliore juventino di ieri, assicura: «Rimarremo competitivi fino alla fine». E sull'episodio che lo ha visto protagonista in negativo, il fallo di mano in area, aggiunge: «La società saprà farsi sentire nelle sedi opportune». Lo stesso centrocampista ammette: «Ho chiuso gli occhi per pararmi il viso, con Melo che mi passava davanti. Non ho nemmeno visto partire la bomba di Totti. Credevo di essere fuori area perchè avevo fatto due passi avanti, ma le immagini hanno dimostrato che non era così. Però mi dicono che il tempo fosse scaduto da parecchi secondi. Noi giocatori però pensiamo al campo e basta. Toccherà alla dirigenza farsi sentire nelle sedi opportune e siamo certi che lo farà»

LE NOTE POSITIVE - Un anticipo della protesta era arrivato già ieri sera per bocca di Beppe Marotta. Ma la Juventus aveva comunque la possibilità di vincere la partita perchè ha avuto più occasioni della Roma, soprattutto tre nel finale, con Marchisio, Aquilani e Quagliarella. Adesso la classifica piange, perchè anche la Lazio si è rilanciata alla grande e per fortuna di Del Neri e compagni il Napoli ha perso: restano quindi due consolazioni, quella di avere staccato di un punto gli azzurri e l'altra, avere mantenuto la Roma sotto di una lunghezza, ma quest'ultima è un pò magra, visto che si giocava a Torino e che i padroni di casa le palle gol per vincere le hanno avute. Per una volta, non è sul banco degli accusati la difesa, ma l'attacco, colpevole soprattutto con Iaquinta di avere fallito un gol fatto all'inizio. Si sono rivisti anche un Amauri impalpabile e un Del Piero sotto tono. E domenica prossima sarà ancora più dura, a Genova, perchè Pepe è squalificato e Del Neri non ha esterni, tranne Salihamidzic, che non gioca da una vita una partita intera, o Lanzafame, finora assai deludente. Tra le note liete della serata, invece, la conferma della maturità di Sorensen, un diciottenne che sembra un veterano, tanto è sereno e concentrato; quella di Aquilani lo è sul piano atletico (finchè la benzina non è finita), non certo sulla classe del centrocampista, di cui nessuno ha mai dubitato. Di conforto per Del Neri anche le crescite di Pepe (ieri la sua miglior partita) e Iaquinta, avviato a una forma decente. La Juve, almeno un esame l'ha passato: quello con le grandi. E non è poco.





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